THOR
TEOMACHIA

di Fabio Furlanetto e Michele Miglionico


“Che la mia anima esca verso il luogo che ha scelto !

Non sarà respinta dall’assemblea degli dei”

Dal “Libro dei Morti”

 

Thor#1
Prima parte - La Serpe


Asgard, dimora degli dei nordici.

Asgard stava pian piano tornando al suo antico splendore.Tutto si era risolto per il meglio. Gli Dei Oscuri, gli Incantatori, ... tutte le minacce erano state sconfitte.  Il malvagio Loki era scomparso dopo il suo ultimo attacco al fratellastro. Thor pensava di averle passate tutte. Ma la battaglia più truce di tutte attendeva alle porte...

- Padre di Tutti, come ti senti? - chiese Thor ad Odino.

- Mi sento stanco, figliolo...come un mortale dopo un’estenuante battaglia. Sebbene in passato abbia dovuto usare spesso la mia forza divina, le mie ultime battaglie mi hanno lasciato spossato. Le pozioni lenitive che mi prepara il fido Tarakis sembrano non sortire alcun effetto: sento le forze che mi abbandonano. E come se non bastasse sento una grande minaccia alle porte.

- Padre, cos'altro potrebbe minacciarci ora, che i nostri maggiori nemici sono inermi? Forse questo tuo misterioso malessere altera i tuoi sensi...

- Spero tu dica il vero, figliolo.

- Padre, mi sento in colpa per ciò che è successo al mortale Jake Olson su Midgard: se non fosse per gli intrighi orditi qui ad Asgard, a quest'ora si troverebbe in un luogo più consono ad un mortale.

- Figliolo, la morte di Olson mi ha addolorato, ma certe cose sono persino oltre il controllo degli dei. Riguardo l’interferenza di Loki…se non avessi stretto un patto di sangue con lui, millenni fa, adesso non ci troveremmo in questa situazione... dovremo diseredarlo una volta per tutte e trovare un modo per bandirlo da Asgard.

- Temo che tale soluzione risulterebbe inefficace. Già più volte lo bandisti, ma la malvagità e l’astuzia del mio fratellastro sono ingloriosamente irriducibili. Midgard può ancora essere minacciata.

- Se dovesse ricomparire, ci penseranno i tuoi compagni d’arme, i Vendicatori,  a fermarlo, come hanno fatto in passato

- Anche se ho lasciato il gruppo [v. "Vendicatori"#6] il mio animo guerriero freme per raggiungerli in tal lotta - concluse con amarezza.

 

Eliopoli, dimora degli dei egizi.

Anche i suoi simili si guardavano bene dall'intrattenere rapporti con lui. Seth, il potente dio egiziano della morte, nel corso dei secoli aveva ordito numerosi e terrificanti piani.

Era temuto, ma non si era ripreso dall'umiliazione inflittagli da Odino nel loro ultimo scontro, quando lo aveva sconfitto in poche battute [v. CapitanAmerica&Thor 46, Marvel Italia]. Né aveva dimenticato la mano destra persa a causa del Dio del Tuono o la distruzione della Piramide Nera, il suo quartier generale, durante la sua ultima grande guerra contro Asgard [su Thor 38-39, Play Press]. Da allora stava elaborando un piano... definitivo e molto ambizioso, per la verità, che gli avrebbe permesso non solo di vendicarsi di tutti i suoi nemici, ma anche di ottenere un tale potere da essere temuto in tutto l'universo. Una prima fase del piano l'aveva già messa in atto con successo, senza che nessuno se ne accorgesse: il suo alleato Tarakis stava avvelenando pian piano, con ingannevoli pozioni benefiche, il potente Odino, che a quel punto stava diventando totalmente inerme. Aveva promesso a Tarakis la vera immortalità in cambio del tradimento e probabilmente avrebbe potuto mantenere la promessa, una volta conclusa la fase finale del suo progetto.

Era arrivato il momento di proseguire con i suoi intrighi. Era arrivato il momento di attingere ai propri poteri sulla vita e sulla morte per far risorgere dalle ceneri uno dei suoi più potenti alleati, un dio chiamato inquietantemente l'Ammazzadei... Grog. Un essere molto potente, anch’egli pieno di rancore verso gli Asgardiani. Un ottimo alleato, quindi.

Seth scese nelle profondità del suo stesso regno per rievocare Grog. Quando vi si trovò faccia a faccia, in quelle lande fredde e desolate, l'assassino di dei fu molto sorpreso.

- Signore, cosa ci fa lei qui?

- Grog, mio fedele alleato, ho grandi progetti per te...

Detto questo, gli tese la mano e gli fece cenno di seguirlo.

- Grog, ti farò varcare la porta del mio aldilà e, quando tornerai nel mondo terreno, farò in modo che il tuo nuovo corpo sia così pervaso di energie vitali da renderti forte come mai.

- Signore, perché fa questo?

- Asgard... sferreremo l'attacco finale.

- Sono contento... devo convocare la nostra armata di guerrieri?

- Non ce ne sarà bisogno... colpiremo gli dei alle radici.

 

Hel, regno di Hela, dea norrena della morte.

I pensieri della dea Hela vennero improvvisamente interrotti dallo stridore di Volla, la profetessa che non poteva mentire riguardo le sue visioni e che era al servizio della dea.

- Mia signora! Mia signora!

- Volla, non disturbarmi per le tue visioni... la tua ultima premonizione mi parlava della morte di Thor [v. Thor 1, Marvel Italia], ma alla fine si trattava di un falso allarme... come vedi, Thor non è più in questo regno.

- Mia signora, spero sia anche questo un falso allarme... sento che le sta per essere privato tutto... il potere, il regno... vedo gli dei a lei simili cadere uno dopo l'altro... e il colpevole è Seth!

- Seth? Quel buono a nulla oserà ancora attaccarci? E tu dici che vincerà? E' impossibile... è stato sconfitto troppe volte, sia da Thor che Odino...

Però una spiacevole sensazione la invase, all'idea che le parole di Volla potessero concretizzarsi.

 

Sala del Trono di Asgard.

- Thor, non riesco a liberarmi di questa sensazione opprimente di un male imminente - continuava il debilitato Odino - Ho bisogno di interrogare la Fiamma della Verità per fugare i miei dubbi.

Con passo felpato il patrono degli dei scandinavi si avvicinò al fuoco mistico a cui spesso si rivolgeva per avere risposte certe su questioni delicate. E quando chiese se qualcosa stesse per minacciare Asgard e i suoi abitanti, un'inquietante immagine si disegnò tra le lingue di fuoco.

- Cosa? Grog sta attaccando Yggdrasil!- esclamò attonito Odino - Come può il fedele Heimdall non essersi accorto di nulla?

- Il Frassino del Mondo? Dobbiamo accorrere! Grog è un nemico che possiamo sconfiggere facilmente, ma se danneggia Yggdrasil... tutti i Nove Mondi moriranno! - furono le parole di Thor.

- Presto, tutti i guerrieri alla volta di Yggdrasil - gridò Odino e a quelle parole Balder, Lady Sif, Volstagg, Fandral e Hogun si unirono al Dio del Tuono senza esitare. Thor lasciò roteare vorticosamente il suo martello incantato Mjolnir, capace di farlo viaggiare nello spazio, trasportando se stesso e i suoi cinque alleati alle pendici dell'Albero della Vita... Grog stava dilaniando le sue radici con tutta la sua furia.

- Dicoti basta, vile!- esordì Thor - Attaccare Yggdrasil per colpirci, evitando lo scontro aperto, ben si confà alla tua meschina natura, o malvagio dio!

- Thor! Le tue parole non mi fermeranno! Qualche altro colpo e cadrete tutti, Asgardiani!

- Mi hai sconfitto una volta, Grog, ma solo perché avevo perso i miei poteri... ma ora, nel pieno delle mie forze e con questi alleati al mio fianco, non hai speranze. All'attacco, fratelli! Per l’immortale Asgard!!

I guerrieri asgardiani partirono all'attacco, ma Grog, lesto come mai, schivò il lancio del martello di Thor e puntò verso di loro la lancia, sua arma favorita, che stava già usando per minare Yggdrasil, e partì un colpo energetico così potente da far cadere per il dolore Lady Sif.

- Cosa? - si chiese attonito Thor, che conosceva la potenza di quella lancia, ma non ricordava raggiungesse quei livelli.

- Sono molto più potente di una volta, caro dio del Tuono - lo canzonò mentre lo colpiva con una scarica forse ancora più potente, che lo fece gridare e barcollare. Gli altri gelarono a quella vista... se quell'arma fermava persino il potente Thor, cosa potevano fare essi stessi? Benché atterriti da tali pensieri, i valorosi guerrieri di Asgard non esitarono ad attaccare. Volstagg riuscì a distrarlo prima che un colpo di lancia gli facesse perdere i sensi. Approfittando della sua distrazione Fandrall sferrò un colpo di spada che Grog avvertì a malapena. La mazza del fosco Hogun si spezzò sulla sua pelle più dura del granito. Una semplice sferzata li scaraventò lontano mentre Balder tentava un ultimo disperato attacco, ma un pugno ben assestato del colosso lo fece svenire.

Odino, tramite la Fiamma, osservava con amarezza la sfavorevole battaglia, rimproverandosi di non poter partecipare e chiedendosi i motivi di un tale potenziamento negli attacchi del redivivo Grog. Se Grog era vivo, c'era puzza del suo padrone Seth nell'aria.

Ma in quel momento non aveva tempo di fare congetture, doveva darsi da fare per salvare Asgard stessa.

E per farlo doveva rievocare una delle più grandi minacce per il Regno Dorato e per la Terra.

 

Eliopoli.

Rideva come non gli succedeva da secoli, Seth. Tutto stava andando bene. Probabilmente il potenziamento di Grog avrebbe risparmiato una parte del piano, ossia la distruzione di Yggdrasil. Ma in fin dei conti sarebbe stata una misura di sicurezza. Secondo le sue aspettative, Hela sarebbe sfuggita all'influenza dell'Albero della Vita, essendo dea della morte, ed egli avrebbe potuto approfittarne per vincerla e mettere in atto la fase finale del suo piano. La riapertura del passaggio che aveva creato durante il suo ultimo attacco al Frassino del Mondo aveva richiesto una grande quantità di energia dimensionale, ma recuperare quelle energie gli avrebbe richiesto relativamente poco tempo.

Si allontanò per un attimo dallo specchio incantato che gli permetteva di spiare Asgard e si recò in un'altra stanza, molto più suntuosa. Pronunciò poche parole in egizio antico e un temibile essere apparve dinanzi ai suoi occhi, l'incarnazione dell’odio irrefrenabile di un'intera specie aliena, un acerrimo nemico di Thor.

- Perché mi hai invocato, Seth?

- Volevo chiedere la tua alleanza, Mangog. Anche se probabilmente non ne avrò più bisogno per gli scopi originali...

- Parla prima che venga pervaso dalla rabbia.

- Sto attaccando Asgard e volevo il tuo appoggio. Ma il mio alleato Grog...

- Gog?!

- No, Grog...dicevo, sta già facendo un ottimo lavoro. Potremmo prendere accordi per un attacco di altra natura...

- Collaborerei con te solo se questo significasse la morte di Thor.

- È vero, Thor sta già morendo, ma non ti andrebbe di fare a pezzi i suoi amici dell'Olimpo?

Un inquietante desiderio di distruzione brillava negli occhi del mostro…

 

Asgard.

Anche Odino stava evocando un terribile nemico di Thor, che aveva recentemente provocato la sua stessa morte - temporanea, ovviamente - e stava usando gli stessi metodi del suo misterioso nemico: pronunciò poche parole in una lingua antica e dimenticata con la sua voce imperiosa.

Da un perduto limbo emerse l'involucro inerme del Distruttore.

-Dovrò usare lui, se voglio fermare Grog... ma il Distruttore ha bisogno di una vita che lo animi...

Se non fosse stato così pesantemente debilitato, Odino avrebbe animato il Distruttore con le sue stesse energie. Tuttavia la sua ingloriosa debolezza poteva avere un beneficio: porre fine ad una delle cause dei recenti dolori di suo figlio.

 

Thor#2
Seconda parte - Il tradimento

 

Asgard, dimora degli dei nordici.

L’attacco a sorpresa di Grog aveva messo fuori gioco tutti i migliori guerrieri del Regno Dorato. Mai Thor aveva saggiato una sconfitta più amara. Soprattutto da un nemico così… minore. Nonostante ciò Thor, ferito e stremato, osservava con angoscia i corpi esanimi dei suoi compagni. Sebbene non amasse ammetterlo era però stato sconfitto un numero sufficiente di volte da sapere quand’è ora di ritirarsi. Era una delle cose che aveva sempre invidiato a Capitan America: la sua capacità innata di capire quand’è il momento di arrendersi. Ma naturalmente non avrebbe mai ammesso di invidiare un mortale.

A differenza di Thor, Grog non stava pensando così tanto. Tutto quello che voleva era assecondare il suo padrone. Pensava che anche il dio del tuono fosse fuori combattimento, quindi lo lasciò perdere e continuò a infliggere micidiali colpi al Frassino del Mondo.
L’Albero emise dei gemiti di dolore che l’udito umano non poteva percepire, ma che avrebbero squarciato l’anima di un immortale. Ovviamente Grog era sordo a qualunque cosa non fosse la battaglia. Quelle grida raggiunsero l’essenza asgardiana di Thor, legata all’albero da millenni. La salvezza dell’albero era necessaria per la salvezza di Asgard, ed era superiore al suo onore di guerriero. Solo un dio poteva salvare ciò che teneva uniti i Nove Mondi. Lasciò il campo di battaglia e si recò da suo padre per chiedere aiuto. Nonostante fosse sicuro di aver preso la decisione giusta, gli dei non possono evitare di essere orgogliosi e Thor si sentì sprofondare nel Niffleheim quando fu costretto a roteare vorticosamente il suo magico martello per tornare nelle stanze regali di Asgard.

Accortosi della bizzarria ed inebriato dalla sofferenza di Yggdrasil, Grog non poté far altro che ridere di gusto.

Eliopoli, regno degli dei egizi.

Dal suo regno Seth osservava con un leggero sorriso sul suo volto impassibile le azioni del suo servo.

- La distruzione di Asgard procede perfettamente. Odino è il più sciocco dei pazzi a lasciare incustodito il segreto della vita della sua razza.

Al suo fianco c’era il mostruoso Mangog, lo sterminatore di dei, l’incarnazione dell’odio di milioni di individui.

- Avrei voluto partecipare al massacro.

- Il tuo compito è un altro. Non preoccuparti, i massacri non mancheranno. Recati in Grecia, sul monte Olimpo, e varca il portale che conduce alla dimensione degli dei olimpici

- E una volta lì, cosa dovrei fare? Non posso trattenere a lungo il mio odio cocente, Seth.

- Sfogherai il tuo odio per gli dei sterminando tutto il pantheon greco… ma conservami Plutone. Catturalo. Mi serve.

- Ma la sua esistenza non compromette forse il tuo potere?

Gli occhi di Seth si riempirono di fuoco infernale.

- Niente può compromettere il mio potere. Tu pensa solo ad uccidere.

- Potrò sfogarmi contro Thor e gli asgardiani? Il patto era questo. Stai attento, Seth. Tu sei potente, ma io non posso morire.

- Avrai ciò che ti spetta. Ora parti…
Alle spalle del mostro si aprì un varco. Mangog si girò e lo attraversò, ritrovandosi sull’….

Olimpo.
Camminando, la creatura passava dal mondo fisico a quello più mistico del regno degli dei greci. Il suo arrivo non fu inascoltato. Il potente Zeus avvertì la presenza di un nemico.
Dalle sue possenti mani si scatenarono luminosi fulmini, mentre chiamava a raccolta i suoi figli e i suoi sudditi.

- Dei, preparatevi alla battaglia… un nemico è alle porte dell’Olimpo!

A quelle parole, Apollo, Marte, Minerva, Ercole e gli altri si destarono dal torpore degli dei non più adorati e si armarono.
I passi di Mangog scuotevano tutto l’Olimpo, dalla dimora aerea di Apollo, dio del Sole, ai mari in cui regnava ancora Nettuno, fino alle profondità dell’Ade.

Sul proprio trono di morte Plutone avvertì non solo la forza prorompente di Mangog, ma anche le sottili manipolazioni del Dio Serpente della Morte.  Per la prima volta dopo millenni, Plutone ebbe paura.

 

Asgard.
- Thor, figliolo… cosa è successo? Cosa può aver indotto a ritirarsi la mia valorosa prole?

- Padre, sono avvilito per quello che è successo. Ma Grog ha colto alla sprovvista tutti i migliori guerrieri del Regno. Temo di non essere riuscito nel mio compito di salvaguardare il mio regno.

- Ho assistito alla battaglia… disperandomi per non potervi partecipare.

- Padre, dobbiamo allertarci… da un momento all’altro Yggdrasil potrebbe essere  irrimediabilmente sradicato.

- Per questo ho deciso di ricorrere alle maniere forti…- disse, indicando alle sue spalle l’involucro del Distruttore, l’arma da lui costruita innumerevoli anni prima per distruggere gli unici dei che riconosceva come invincibili: i Celestiali.

- Mai avrei pensato di doverlo rianimare, ma le conseguenze della distruzione di Yggdrasil sarebbero inimmaginabili. Lo useremo contro Grog e contro il suo mandante.

- Ma, padre, dovremo sacrificare una vita per animare quest’arma di distruzione.

- Invero, avevo pensato a Jake Olson.

- Olson? Dicoti no! Non sacrificherò la vita di un mortale per questa guerra…tempo fa giurai sulla mia stessa vita di proteggere le nobili genti di Midgard.

- Figlio mio, la sopravvivenza di Asgard viene prima di tutto.

- Invero tu non comprendi, Padre di Tutti. Ancora reputi i mortali nostri inferiori e credi che essi dovrebbero inginocchiarsi dinnanzi a noi, ma io sono stato un mortale e ben conosco il loro valore. Giammai sacrificherò una delle loro preziose anime. Animerò io stesso il Distruttore.

- Cosa? Figlio mio, la pazzia deve essersi rimpossessata di te.

- No, Padre, sono ben savio. Non mi fermerai…è giusto che io mi sacrifichi per scontare la viltà della mia recente fuga.

- Il mio cuore si rattrista al pensiero della tua dipartita, figlio mio. Ahimè, forse ti ho insegnato troppo bene l’umiltà. Come vuoi, figliolo…

Il coraggioso Dio del Tuono si accostò all’armatura e proferì le sue ultime parole come Thor.

- Padre, recita la formula del rito.

Il triste Odino obbedì a suo figlio, facendo in modo, con le sue arti magiche, che l’involucro del Distruttore si aprisse per accogliere il possente fisico di Thor. Così fu.

Il metallo si richiuse sul Dio del Tuono e gli occhi del Distruttore si accesero di una strana luce. Ma non andò tutto come previsto. L’armatura venne percorsa da lampi e scariche molto anomale.
- Per il bacio di Hela, che succede?- si chiedeva preoccupato il Padre di Tutti. Sentiva i lamenti di dolore di suo figlio provenire dall’interno, mentre lottava contro forze oltre il suo controllo. Riusciva anche a vederlo. E si accorse che qualcosa non andava.

- Avverto un’interferenza mistica! Ma cosa…?

Poco dopo capì, quando vide sovrapporsi all’immagine di Thor quelle di Jake Olson e Loki. Ad un certo punto Thor venne misteriosamente espulso dal Distruttore e il vero Loki comparve alle spalle dei due dei.

La causa di tutto era probabilmente lo strano legame tra le loro anime. Thor era legato al corpo di Olson, ma chiaramente le loro anime avevano molto più in comune di quanto non avessero sospettato. Loki aveva sfruttato l’anima di Olson per i suoi misteriosi piani, di cui solo una parte erano stati portati a compimento. Forse per questo legame, il corpo di Loki apparve nella stanza.

- Non preoccuparti, paparino, è tutto a posto… Thor sta bene e il Distruttore è stato attivato - recitava quella maligna voce.
- Che ci fai tu qui?- chiedeva Thor con tono aspro, mentre era ancora riverso per terra a causa dell’incidente. Sperava di non dover più preoccuparsi delle malefatte del suo fratellastro, ma in fondo sapeva che il Dio dell’Inganno avrebbe avuto l’ultima parola.
- Io non c’entro granché.. è stata l’arcana connessione tra le varie manifestazioni di Jake Olson nelle realtà a scatenare questo. Ora nel Distruttore c’è il nostro caro amico Jake, che ha richiamato la sua anima mortale per chissà quali ragioni mistiche.

-Io… cos’altro volete da me?- domandava un disperato Jake Olson. In fondo, era morto. E poi era stato fatto prigioniero da Mephisto, sfruttato da Loki e imprigionato nel Distruttore. Non era potuto morire in pace…ed ora era la dolce morte tutto ciò che desiderava…

-Olson, in nome della tua vita che ho portato avanti, devi aiutare il nostro regno - gli rispose Thor - e mi dispiace sinceramente che tu sia stato coinvolto in questa situazione, ma devi difendere l’universo.

Gli si avvicinò, agitò il martello e si ritrovarono alle radici di Yggdrasil. Nella corteccia del gigantesco albero si era aperta una grande ferita da cui sgorgava del sangue. Grog stava per dare i colpi finali all’albero, macchiato dl Sangue della Vita.
- Jake, alza il tuo visore - suggerì il Dio del Tuono.
Jake, confuso, obbedì. La corazza si nutrì del suo odio verso la propria situazione e dell’odio del Distruttore stesso, indirettamente responsabile della sua morte. Dai suoi occhi scaturì un’energia devastante, che investì in pieno il dio egizio. Grog lanciò un grido di dolore e si contorse cercando di sfuggire all’incredibile energia del Distruttore. Quando Jake fermò il raggio, Grog era moribondo.
- Jake Olson, perché ti presti al gioco degli Asgardiani?- disse una misteriosa voce. Il Distruttore e Thor si voltarono di scatto verso la fonte di quell’inquietante suono.
- Seth! Ci sei tu dietro tutto questo? Rispondi, o vile!

- Parlavo con il mortale, non disturbarmi - lo liquidò - Gli Asgardiani ti hanno messo in questa situazione… ora saresti potuto essere nell’aldilà del tuo Dio, e invece… no! Ti ritrovi a combattere una guerra che non senti tua… immagino come tu ti senta…

- Tu chi sei?

- Io sono la morte.

- Non ascoltar codesto manipolatore, Jake! Egli non vuole altro che la nostra sconfitta - cercò di interromperli Thor, invano.

- Che cosa vuoi da me?

- Voglio che tu mi aiuti a distruggere tutti gli dei.

La corazza maledetta del Distruttore ascoltò le parole di Seth con incredibile determinazione. Il suo interesse si riflesse nei pensieri di Jake, ancora obnubilato dalla resurrezione.

- Se tu sei la morte, quando avrai raggiunto il tuo scopo mi farai finalmente morire?

- La morte è il mio solo fine, ed il mio dono per i miei sudditi.

Il Distruttore mosse rapidamente un braccio colpendo Thor in pieno viso. Non aspettandosi il colpo, il Dio del Tuono cadde a terra.

- Vile traditore ! Come puoi aiutare il dio serpente?

- Mi dispiace Thor…io voglio solo morire in pace.

- Se è la morte che vuoi, ti farò raggiungere Hela!

Colpì il Distruttore con il suo martello di Uru, senza avere nessun effetto. Anche il Distruttore era fatto di Uru, e gli incantesimi che lo animavano erano molto più potenti di quelli di Mjolnir.

Afferrò il martello al volo e rese vani gli sforzi di Thor di colpirlo. Thor lasciò la presa ed il Distruttore lanciò il più lontano possibile il martello.

- Mjolnir! Senza di esso in sessanta secondi ridiventerò umano! Devo…

Non terminò la frase, colpito da un colpo alle spalle di Seth. Thor cercò di rialzarsi ma il Distruttore lo colpì ripetutamente facendogli perdere i sensi. Seth si avvicinò a Yggdrasil, ormai privo di qualunque protezione.

 

Olimpo.

Marte fu il primo Olimpico ad arrivare sul campo di battaglia. Mangog gli si scagliò contro martellandolo di colpi con le sue mani gigantesche. Marte riuscì a liberarsi per qualche secondo ed estrasse la sua spada. Mangog la afferrò al volo, la spezzò in due senza la minima fatica e scatenò sul dio della guerra due scariche di energia provenienti dalle sue mani. Le scariche coprirono completamente il corpo del dio fino a quando non intervenne Efesto. Mangog terminò le sue scariche lasciando a terra Marte, in fin di vita. Efesto lanciò contro il mostro il martello che aveva creato sulla base di quello di Thor. Il martello dorato cadde a terra senza ferire minimamente Mangog, che lo afferrò e lo ingoiò.

Sconfisse Efesto con due soli pugni e con varie scariche rese Atena inoffensiva.

Cupido tentò di proiettare nella sua mente dei pensieri d’amore ma fu sopraffatto dall’odio della sua mente e svenne. Hermes portò via i feriti alla velocità del pensiero ed attaccò Mangog con una raffica di pugni. Mangog lo afferrò al volo e lo scagliò a terra.

Apollo scatenò i suoi poteri solari, ma Mangog assorbì il suo attacco e lo ridiresse verso di lui amplificato, superando i limiti di resistenza del dio.

- Questo sarà il giorno della tua disfatta, maledetto! Così giura il Principe della Forza!

- Cosa sai tu della forza? Ti mostrerò io il vero potere!

Ercole si avvicinò e lo colpì ripetutamente, schivando tutti i colpi che poteva. La forza di Mangog era però tale che i pochi colpi andati a segno fossero sufficienti, e la recente perdita della sua immortalità rallentava la guarigione di Ercole.

Poco prima che il vendicatore fosse sconfitto, in lontananza Mangog vide una luce accecante.

Erano i fulmini di Zeus, che scatenò tutta la propria potenza divina sul mostro.

Ercole fu sopraffatto dall’energia dei fulmini e cadde a terra, mentre Mangog resisteva.

- Arrenditi, ignobile mostro! O subirai la mia vendetta !

- Mai! Io sono il prodotto dell’odio di un’intera razza, Zeus, e non perirò!

Scatenò una quantità indicibile di energia sul re dell’Olimpo. Quando il fumo si diradò Zeus si rialzò a fatica, pronto a combattere fino alla morte.

Suo fratello Plutone aveva osservato la lotta e stava progettando il contrattacco.

 

Asgard.

Seth trasportò all’istante Grog nel suo regno e constatò che Thor era ancora un dio.

- Qualunque cosa intendesse il dio del tuono con “ridiventare umano”, ciò non è successo. Sei pronto a seguirmi, Distruttore?

- Sì, ma farai meglio a mantenere le tue promesse, dio della morte.

Ormai l’ostilità della corazza aveva preso il sopravvento.

Seth si avvicinò ad Yggdrasil e lo toccò con la mano sana.

- Il primo passo della mia ascesa è compiuto. Ora inizia la seconda parte del mio piano…e grazie a te, Yggdrasil, ora possiedo il segreto dell’immortalità degli Asgardiani. Distruttore, questo pantheon non mi è più di nessuna utilità, ma la loro morte può rifocillare le mie energie. Uccidili tutti.

- Anche Thor?

- No, lascialo in vita. Voglio che sopravviva per osservare la sua amata Città Dorata…rasa definitivamente al suolo.

 

Thor#3
Terza parte - Le ceneri della sconfitta


Asgard, dimora degli dei nordici.

Thor si risvegliò a pochi metri da Yggdrasil. Il Frassino del Mondo aveva delle profonde ferite da cui non sgorgava linfa, ma sangue. Mjolnir era nella mano destra del Dio del Tuono, ancora incandescente per essere stato violentemente usato contro Grog.

- Per l’Occhio di mio padre! Tale sacrilegio non ti sarà perdonato, Seth! Solo un dio pazzo attaccherebbe l’albero che tiene insieme l’universo! Non potrai nasconderti, villano. Seguirò le tue tracce tramite Mjolnir!

Roteò più volte il martello, analizzando le energie dimensionali del luogo con una precisione impossibile per la tecnologia terrestre.

- Ciò è impossibile! Non rilevo alcuna traccia del dio serpente! Che egli sia già oltre il mio potere? Non importa! Ciò che conta è fermare il Distruttore…ma egli ha il potere di uccidermi. Solo Odino può aiutarmi a sconfiggerlo!

 

Nell’immensa Sala del Trono di Asgard Odino, il Padre di Tutti, interrogava i suoi tre corvi.

- Anche il glorioso Olimpo è stato attaccato dai servi di Seth. Che questo possa essere il Ragnarok non solo per noi, ma per tutti gli dei? Che sia già giunta la nostra ora?

Thor entrò nella Sala in quel momento.

- Dicoti no, padre! Giammai ti udii pronunciare simili parole! Che cosa ti affligge?

- Ahimè, figlio mio, abbiamo sfiorato l’oblio troppe volte negli ultimi tempi. Senza il mio mistico Sonno di Odino non sono in grado di riprendere il mio giusto potere… e senza di esso, Asgard è condannata.

- Fin troppe volte fu il tuo potere a salvare Asgard, padre. Non sono forse tuo figlio? Non ho forse difeso Asgard e Midgard più e più volte?

- Tronfio come sempre, fratellastro? - s’intromise il dio degli inganni.

- Parmi che tu non fosti presente alla battaglia, Loki.

- Non lo ero, infatti…non fisicamente. Anche io ho difeso il Regno con le mie magie, ma Seth le ha contrastate tutte senza il minimo sforzo.

- Agisti per l’eterna Asgard, Loki? O solo per timore di perire?

- Smettetela! Tutti e due! Non abbiamo tempo per gli antichi dissapori - intervenne Odino sedando la bisboccia - Thor, figlio mio, il tuo potere è senza eguali, ma anche un dio può necessitare aiuto. Hescamar, mio infido corvo…portami i Doni! Neanche contro gli Dei Oscuri sono dovuto ricorrere a tanto, figliolo. Essi almeno avevano onore…di cui Seth è spoglio.
Qualche secondo dopo…
- Eccoti: questi sono i doni che i nostri alleati dell’Olimpo ci fecero al tempo della tregua stabilita tra i nostri due popoli, millenni fa: un preziosissimo boccale di nettare, un cesto di ambrosia e un’invincibile armatura… forgiata dal dio fabbro Efesto in persona, nei recessi dell’Etna, con il metallo Uru. Credo sia venuto il momento di fruttare questi doni - concluse, porgendo al figlio Thor il boccale, il cesto e l’armatura.
Il Dio del Tuono banchettò celermente con il cibo degli dei olimpici e ad un tratto si sentì totalmente corroborato e rinnovato nelle forze.
- Questo cibo e questa bevanda sono altresì miracolosi, Padre - commentò.
Sembrava quasi che non avesse combattuto il micidiale Grog.
Immediatamente indossò la pesante armatura di Efesto e, impugnati l’aureo scudo del dio Vulcano e il fido martello Mjolnir, si sentì pronto ad affrontare qualsiasi battaglia.
Loki non tardò a prendersi i suoi meriti.
- Ovviamente dimenticasti di dire che furono i miei incantesimi, padre, a rendere possibile l’uso del potere olimpico di Efesto sul metallo asgardiano Uru.

- Rammento bene quel giorno, Loki…ed i tempi in cui una parte di onore ardeva ancora nel tuo petto.

- L’onore non mi è mai servito, Odino. Dovreste dimenticarvi dell’onore e pensare alle vostre vite.

- Non badare al tuo errabondo figliastro, padre! Il traditore Olson, il potente Grog e il malefico Seth saggeranno la furia scatenata del Dio del Tuono!
A quelle parole, un fulmine squarciò i cieli di Asgard.

Olimpo.
Mangog aveva messo fuori gioco tutto il pantheon greco. Zeus, l’unico che aveva resistito all’attacco, non riusciva a credere ai suoi occhi. Erano passati pochi minuti terrestri dall’irruzione dell’alieno nella loro dimensione e già la desolazione regnava sovrana sull’Olimpo. Tutti gli dei e i semidei si erano adoperati a difendere la propria patria, invano. Neanche l’invocazione degli Ecantochiri, i tre giganti dalle cento mani, aveva sortito alcun effetto positivo. L’unica speranza era Plutone. Dagli abissi del suo regno della morte, il leggendario Tartaro, avrebbe dovuto riesumare i Titani, coloro che erano stati esiliati lì per la loro superbia. Nel frattempo Zeus non poteva restare con le mani in mano. Raccolse le sue ultime forze e, concentrandosi, le usò per fuggire da quella dimensione. Cercò di raggiungere Olympia, patria degli Eterni, a cui era legato da un patto millenario. Qualcosa però impediva il passaggio e Zeus fu obbligato a recarsi su Asgard.

Ercole, appena ripresosi dal contraccolpo dei fulmini di Zeus, osservò il padre ed il mostro lasciare il campo di battaglia. Mangog si dedicò a una delle missioni affidategli dall’egizio Seth: depredare l’Olimpo di tutte le scorte di nettare e ambrosia e distruggere le loro fonti.

Tutti gli dei minori, i centauri e le ninfe cercarono di fermarlo…ma il potere di Mangog era ormai inimmaginabile persino per gli dei. Nessuno degli olimpici era più adorato (persino Nettuno era stato lentamente dimenticato dagli Atlantidei) e non potevano usare il loro potere al massimo.

Dopo ore di estenuanti combattimenti, nessuno sull’Olimpo sperava più nella vittoria. Mangog si era impossessato di tutto il nettare e l’ambrosia dell’Olimpo…e solo il re degli dei, il suo figlio non più immortale ed il dio degli inferi potevano salvare l’Olimpo.

Ade.
- Mio consorte, cosa facciamo? Per quanto ci sia rancore reciproco tra te e i tuoi simili, non puoi rimanere indifferente a ciò che sta succedendo - diceva afflitta Persefone, moglie di Plutone, dea degli inferi.
- Le vite dei miei fratelli, dei miei nipoti, della mia rinnegata famiglia stanno lasciando i loro corpi e presto tutti loro ci raggiungeranno. Se il malvagio Mangog dovesse scendere fin nel nostro regno, so come fermarlo.
- Come, amore mio?
- Libererò i Titani dal Tartaro, come non succede dall’alba dei tempi. Essi si erano ribellati contro Zeus, ma spero capiranno la gravità della situazione.

Senza alcun preavviso l’immagine di Persefone iniziò a svanire.

- Moglie mia, cosa ti accade ?

- Un incantesimo mi sta riportando al mondo dei vivi! Devo passare sei mesi all’anno tra i vivi e sei mesi tra i morti…ma non è questo il momento del mio viaggio!

- Seth ! Deve aver modificato l’incantesimo…non c’è più onore nemmeno nella morte?

 

Mangog lacerò la terra sotto i suoi piedi per centinaia di metri, arrivando al passaggio dimensionale per il Tartaro, evitando la normale prassi di affrontare Cerbero e lo Stige. Seth sapeva che nemmeno Mangog era in grado di reggere la furia dei Titani e gli aveva indicato la strada per raggiungere il trono di Plutone. Distratto dalla scomparsa della moglie non fu in grado di evocare i Titani…e si ritrovò faccia a faccia con il mostro.

 

Asgard.

Molti pensano che Asgard sia popolata solo dai suoi dei e dimenticano la numerosa popolazione del regno nordico. Nessuno poteva rimanere indifferente a ciò che stava succedendo. Già l’attacco di Grog a Yggdrasil aveva seriamente preoccupato la popolazione. Ma il nuovo Distruttore non sembrava avere intenzioni benevole nei confronti del Regno Dorato. Così, per la prima volta dopo millenni, tutti i popoli di Asgard misero da parte contrasti e antiche rivalità e decisero di far fronte comune per sventare l’ennesima minaccia. Tra coloro che avevano preso la decisione, Karnilla, regina di Nornheim, amante di Balder, il cui popolo era un esercito di statue; Eitri, il signore dei nani e padrone di Nidavellir; Hrimhari, il principe lupo; Tiwaz, gigante del cielo, stregone e signore di Nastrond. Tutti i popoli della dimensione norrena avrebbero partecipato alla battaglia: giganti, elfi, nani, troll…. Si prospettava un’epica battaglia per la salvezza dei Nove Mondi.

Ma il Distruttore era stato creato per sconfiggere esseri al cui confronto gli stessi dei non erano che formiche.

Con pochi colpi del suo visore ne uccise a centinaia.

- Andatevene! Non voglio farvi del male…

- Olson! Giammai avrei creduto che la tua anima fosse capace di tali nefandezze!

- Thor! Non hai speranze contro di me…questa armatura ti ha già ucciso!

Rilasciò l’energia della corazza al suo massimo. Niente in un raggio di cento metri rimase vivo. Il terreno rimase coperto dalla sola cenere. Thor era ancora vivo. La vista della morte ingloriosa di così tanti alleati lo fece infuriare e scagliare contro il Distruttore.

Nella reggia di Odino, intanto, Loki aveva lanciato un incantesimo che permetteva a Odino di seguire al meglio la battaglia.

- Temo per mio figlio, Loki… tale giusta rabbia può far insorgere la Follia del Guerriero.

- Per quel che mi riguarda Thor è già abbastanza fuori di testa. Faremmo meglio ad abbandonare Asgard e a nasconderci in un luogo sicuro.

- Per quanto dettate dalla viltà le tue parole nascondono una strategia, Loki. Thor può forse fermare il Distruttore, grazie ai miei doni…ma la battaglia distruggerà Asgard. Se gli dei sopravvivono, però, una nuova Asgard potrà essere ricreata e gli dei resuscitati. Aiutami con la tua empia magia, Loki…aiutami a trasportare i più valorosi guerrieri di Asgard al sicuro.

 

Il combattimento tra Thor ed il Distruttore continuò senza bisogno di parole. Mjolnir era carico di energie arcane sul punto di esplodere. I colpi del Distruttore furono uditi fino alle più lontani regioni di quella lontana dimensione. La magia olimpica combinata a quella asgardiana proteggeva Thor, ma così non era per Asgard.

La battaglia infuriò fino a quando lo spirito di Jake Olson fu totalmente sopraffatto dal desiderio di battaglia del Distruttore. L’armatura aprì tutte le sue giunzioni, liberando il potere assoluto richiuso al suo interno.

Thor fu investito in pieno dal potere e si salvò solo grazie ai manufatti di Efesto e agli incantesimi protettivi di Loki e Odino.

Lontano, Volstagg, Fandrall, Hogun, Balder e Sif scomparvero poco prima che l’energia distruggesse i loro corpi. Il Distruttore emetteva una luce in grado di accecare gli dei, una luce che inglobò tutta Asgard.

Quando la luce svanì Asgard era stata livellata. I cancelli del regno di Hela si spalancarono per lasciar entrare le anime di tutti gli abitanti di Asgard…e sul bel volto della dea della morte apparve un sorriso.

 

Tutti i guerrieri superstiti apparvero nella Sala del Trono, all’interno della reggia di Odino…l’unica costruzione di Asgard, che ora fluttuava nello spazio.

- Padre, l’impensabile è accaduto! L’arma di distruzione degli dei è stata scatenata…il Ragnarok è giunto! Il Ponte Arcobaleno crolla ed Yggdrasil urla di dolore…

- Calmati, Loki…tal paura è giustificata, ma deve spronarci alla battaglia.

- Thor… che ne è del Distruttore?

- Giace privo di sensi per aver finito le sue energie…ma ben lo costruisti, padre. Egli risorgerà. E’ Seth che dobbiamo fermare! E’ il vile Dio Serpente della Morte che deve perire!

- Perirà, Thor…ma non so dove si trovi.

All’improvviso dei fulmini riempirono la stanza…e Zeus, decisamente provato, apparve.

- Io so come trovare il suo regno, Odino…e come vendicare il saccheggio dell’Olimpo.

Thor sollevò il martello, crepitante di energia cosmica, ed urlò contro il cielo nero dello spazio:

- Seth, vendicheremo le morti che hai causato! Dovessi abbattere i cancelli del cielo per trovarti, giuro sul mio onore che pagherai col sangue i tuoi peccati!

 

Altrove, Seth osservava le anime degli asgardiani morti, Asgard rasa al suolo, l’Olimpo depredato, Plutone indifeso…e sorrise. Il suo piano era solo all’inizio.

 

Thor#4
Quarta parte - Ragnarok

Asgard, dimora degli dei nordici

Nella sua millenaria esistenza Thor aveva combattuto mille battaglie, e conosceva fin troppo bene l’alone di morte ed il vuoto rumore del vento che soffia su di un campo di battaglia pieno di vittime. Mai avrebbe pensato di udirlo su Asgard. Fin dalla nascita gli era stato raccontato il Ragnarok, il Crepuscolo degli Dei che inevitabilmente un giorno avrebbe messo fine alla Città Dorata. Più volte si era trovato dinnanzi alla possibilità della morte degli dei, ma mai come ora aveva sentito quell’evento così vicino.

Mentre Odino discuteva con Zeus e gli ultimi sopravvissuti di Asgard si riprendevano dalle loro ferite, osservò ciò che restava di Asgard, rasa al suolo e decimata dal Distruttore.

- È questo dunque il momento? È forse questo il Ragnarok?

- Thor, mio presuntuoso fratellastro, non cessi mai di stupirmi e disgustarmi. Dopo aver affrontato la morte così tante volte, e spesso per mano mia, credi ancora a quella stupida leggenda?

- Leggenda, Loki? Chiami forse leggenda questo sterminio?

- Questo atteggiamento non ti si confà, fratellastro. Pensavo desiderassi spaccare il cranio di Seth, non che tu ti deprimessi osservando delle macerie.

-Ho combattuto duramente e a lungo, Loki…un concetto che, non ne dubito, ti è estraneo…vinsi le più tremende battaglie, sconfissi i nemici più temibili… eppure sempre un dubbio mi accompagnò, il dubbio che un giorno nessuno si sarebbe ricordato di noi.

-Come ho sempre pensato, Thor, sei un vero idiota. Vedi questi guerrieri ? Essi sono l’ultima speranza di Asgard, e guardano verso di te per avere una guida. Ora smettila di commiserarti e discuti con nostro padre la strategia da adottare. Il Ragnarok non verrà finché non ci arrenderemo.

- Mai avrei pensato di udire tali parole uscir dalla tua bocca, Loki. Parmi quasi che la gente di Asgard ti stia a cuore.

- Cosa vuoi che mi importi della gente di Asgard? Non mi hanno sempre rifiutato, trattato come l’estraneo che sono?

- Se tu non fossi stato così infimo con loro forse…

- Andiamo, Thor…siamo imprigionati nei nostri ruoli. Tu sarai sempre il guerriero valoroso, ed io il cospiratore.

- Tal saggezza in te mi era sconosciuta.

- Non è saggezza, è sapersela cavare. Se Seth distruggesse del tutto Asgard non avrei più nessuno da tormentare, e la mia vita immortale sarebbe priva di sfide. E poi deve avercela ancora con me per aver cercato di fermarlo l’ultima volta.

- Forse non siamo imprigionati nei nostri ruoli, Loki…forse è il solo modo di vivere che conosciamo.

- Thor, Loki ! - chiamò Odino, che stava ancora discutendo con Zeus.

- Dobbiamo andare da Ra… chiedere il suo appoggio.
- Chi ti dice che non sia dalla parte di Seth o che non sia stato già ucciso?
- E’ il solo tentativo che ci resta, Loki… se il pantheon egizio è ancora vivo e dalla parte giusta, forse c’è ancora una speranza.
- Padre, non credo sia cosa saggia. Dovremmo prima radunare le forze, forse chiamare a raccolta i Vendicatori…

- Dovremmo forse lasciar difendere l’onore degli dei ai mortali, figlio mio ?

- Mortali che si sono dimostrati degni svariate volte, padre.

- Mortali valorosi, non ne dubito, ma pur sempre mortali.

- Dopo tutti questi anni, dopo tante battaglie, ancora giudichi i mortali a noi inferiori, padre. Forse non dovesti insegnare a me l’umiltà…forse volevi impararla tu.

- Odino, non c’è tempo per tali diatribe. Tutti i pantheon dipendono da noi!

- Come sempre la saggezza permea le tue parole, Zeus. Ne discuteremo in futuro, figlio mio…se ci sarà un futuro.

Un potente incantesimo di Odino trasportò il nugolo di divinità superstiti a destinazione.

Eliopoli.
Il regno degli dei egizi era insolitamente silenzioso. Nonostante il nome della città, il sole non splendeva, oscurato da nuvole nere.
- Cosa sarà mai accaduto? - si chiedeva Thor. La risposta arrivò presto, quando tutti videro gli dei egizi immobili, in pose innaturali.
- Per le fauci di Garm! Quale potente incantesimo ha bloccato il tempo in questo regno? - si chiedeva il potente Odino.
- Seth è diventato un mago supremo, a quanto pare - commentava Loki - ma se questo servirà a salvarci la pelle, mi adopererò a contrastare le sue macchinazioni.
Tutti gli dei guardarono il fratellastro di Thor con stupore, mentre ad occhi chiusi sussurrava qualcosa di incomprensibile, rilasciando il normale flusso del tempo in quella dimensione. Lentamente gli dei si mossero.

Odino ne raggruppò il maggior numero possibile, notando che per qualche motivo gli dei maggiori non erano presenti. Nessuno ne conosceva il motivo, ma forse Seth ne aveva assorbito i poteri così come aveva fatto in passato. Loki riprendeva le forze dopo l’incantesimo, che era stato molto faticoso, mentre Thor cercava i suoi compagni tra gli Asgardiani sopravvissuti. Ritrovò Hogun, Fandrall, Volstagg, Balder e Sif.

- Temevo che il Distruttore vi avesse uccisi, vecchi amici…

- Non preoccuparti, Thor, siamo riusciti a resistere.

- Ne sono lieto, Lady Sif…con voi al mio fiancami mi batterei contro Hela stessa.

- E non è detto che non succeda.

- Che cosa intendi, Balder?

- Ero alla guida dell’esercito di Asgard quando combattemmo contro Seth. Ho imparato a conoscerlo, in un certo modo.

- Cosa vi è da comprendere? Seth non è che un serpente che striscia alle spalle della vittima per ucciderlo vilmente.

- Non intendevo questo, Fandrall…quando lo combattemmo, aveva assorbito i poteri del suo pantheon e voleva distruggere l’universo. Per farlo attaccò Asgard, e per fare ciò usò tutte le sue energie. Ma avete sentito Zeus, avete visto Eliopoli… sta attaccando tutti i pantheon. Sta cercando qualcosa…

- Quello che dici ha un senso, Balder, il che è insolito - disse Loki, che si era avvicinato ai guerrieri.

Hogun lo afferrò per il mantello e gli avvicinò la sua mazza alla testa, pronto a colpirlo.

- Ci sei tu dietro a tutto ciò, Loki? Sei alleato di Seth?

Thor posò una mano sulla spalla di Hogun e gli disse con voce ferma e decisa:

- Lascialo andare, Hogun. Egli non è alleato di Seth: chi si alleerebbe mai con la morte? Le sue magie ci hanno salvato, e ci saranno ancora utili.

Hogun lasciò andare Loki che cadde a terra. Thor si avvicinò e gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi. Loki scacciò la mano e si alzò da solo.

- Oggi siamo alleati, Thor…ma domani potrei anche ucciderti.

- Non dicesti che siamo imprigionati nei nostri ruoli? Non desideri evadere?

- Non ho mai detto che il mio ruolo non mi piaccia. Ora muoviamoci, Odino avrà finito di pianificare.

Si avvicinarono al Padre di Tutti, che aveva convinto gli dei minori a collaborare.

- Thor, figlio mio…si prospetta una grande battaglia. Seth va fermato e definitivamente!
- A mali estremi, estremi rimedi… - disse Zeus.
- Hai recuperato le forze, padre?

- Non del tutto…ma ormai temo che Seth abbia troppo potere perché lo si possa fermare in una equa battaglia.

- Cosa intendi?
- Seth sta accumulando un potere al di là delle nostre aspettative. Potremmo dover invocare gli unici dei che si sono superiori.
- Non intenderai certo…
- Invece sì. I Celestiali sono gli unici che possono fermarlo. Ma evocarli ci costerà un enorme fatica…se li richiameremo non ne avremo più per combattere.

-Allora padre, assaliamo prima Seth…se falliremo evocheremo i Celestiali.

Regno di Seth.
- Ma… come mi trovo qui? - gridava Persefone, dea degli inferi olimpici, incatenata ad una croce.
- Mia cara ospite, la risposta è molto semplice: ho modificato a mio vantaggio la maledizione che ti costringeva a lasciare per metà anno il tuo regno… facendo arrivare qui, nella tana del lupo…o meglio, nella tana del serpente. Ho scelto te…l’unione della vita e della morte…per testimoniare la mia vittoria.

Mangog si presentò al suo cospetto cingendo Plutone.
- Oh! Il tuo amato consorte! Poggialo pure lì, mio alleato - disse all’alieno indicando i piedi della croce di Persefone - ora ho un altro lavoro per te.
Dopo essersi personalmente occupato di molti pantheon sconosciuti e minori, proprio mentre organizzava la sua vendetta, era arrivata l’ora di occuparsi degli avanzi. E chi meglio dei suoi servi poteva occuparsene?

- Il Ragnarok, Persefone…la fine degli dei…non è un concetto meraviglioso? Dovrò solo aggiustarne il finale…nel mio Ragnarok non nascerà nessun regno dopo la morte del vecchio.


Nei pressi di Benares, in India.
Seth temeva questa parte del piano, perché il pantheon che Mangog stava per attaccare era ancora adorato da milioni di induisti, e per questo molto potente. Ma confidava anche nel potere di Mangog, che riuniva la potenza di un’intera specie aliena.
Il pantheon, che da secoli non aveva rapporti con altri esseri, rimase contrariato dall’inaspettata intrusione. In realtà Veruna, la dea della saggezza, aveva avvertito qualcosa, ma nessuno poteva immaginare quello che stava per accadere.
Non appena resosi conto del pericolo (Mangog stava devastando i loro territori) le divinità partirono all’attacco. Agni, dio del fuoco, avvolse l’alieno tra intensissime fiamme mistiche, ma Mangog ne sembrava immune. Indra, Durga e Veruna non fecero in tempo a segnare nessun colpo che la morsa dell’alieno spezzò le loro immortali vite, insieme a quella del dio del fuoco. Fu così che Vishnu, Shiva e Deva, la triade principale del pantheon, si decisero a contrattaccare. Il dio conservatore Vishnu attaccò a mani nude, non avendo particolari facoltà, e perì. Allora Deva, dea madre dalle molteplici manifestazione, assunse la sua incarnazione più temibile, la mostruosa dea dalle otto braccia Kalì. Fu l’unica battaglia di rilievo, durata almeno per qualche minuto… in fondo Kalì era una forza devastatrice allo stato puro. Ma neanche lei poteva farcela.
Shiva, dio della vita e della morte, era alla fine l’unico sopravvissuto.
- Impossibile… il Kali Yuga è giunto prima dei tempi! - diceva sconvolto, riferendosi all’arrivo prematuro della ciclica apocalisse induista.
Mangog sapeva che era Shiva l’obiettivo di Seth, il quale gli aveva insegnato come eseguire il suo compito. Con le sue enormi mani, l’alieno afferrò il dio e recitò antiche formule egizie. Dopo pochi secondi, entrambi si ritrovarono al cospetto di Seth.

 

Tir-na-nòg, dimora degli dei celti.

Seth doveva occuparsi personalmente di questo pantheon. Innanzitutto era abbastanza potente da poter costituire una minaccia. Inoltre già una volta si era alleato con Thor per ostacolare i suoi piani, per questo voleva vendicarsi di loro a tutti i costi. Con il suo potere fu facile ritrovarsi nella dimensione che ospitava gli dei Celti.

Doveva conquistare Tara, la principale città di quel regno. Si dice che il suo custode sia praticamente onnipotente. Ma l’onnipotenza è un concetto relativo. Con i poteri accumulati finora, Seth lo superava, visto che gli bastò schioccare le dita per metterlo fuori gioco. Spesso le leggende terrestri si dimostrano decisamente inaffidabili.

Una voce distolse il dio del male dalla sua ricerca.

- Non è possibile! Seth! Come osi mettere piede sul sacro suolo del nostro regno ? Subirai l'ira funesta di Leir, dio del tuono e della lancia! Assaggia i colpi di Gai Bolga! - gridò, riferendosi alla sua lancia magica.

- Lugh dalla Lunga Lancia, ti chiamavano gli umani, vero? - disse con superiorità Seth, mentre con la sua sola mano sinistra fermava la punta dell'arma a pochi centimetri dalla sua faccia. La tirò verso di sé, la impugnò e, senza proferire parola, trapassò uno sconvolto Leir.

- Thor, vendicaci... - cercava di dire, mentre la vita lo abbandonava.

I compagni di Leir non rimasero impassibili. Nuada dalla mano d'argento attaccò, ma, prevedibilmente invano. Altri perirono senza colpo ferire.

Invece lo scontro con Math, signore della magia, fu uno dei più impegnativi a cui partecipò Seth. Il dio celtico controllava forze magiche potenti e incontrollabili... ma Seth aveva molta più esperienza di lui.

Finalmente l'egizio arrivò al cospetto di quello che era probabilmente la maggiore divinità del regno: il gigante Dagda Mor, che con il suo magico calderone presiedeva il mondo degli inferi.

- Lasciami passare... ho un trono su cui sedermi, dietro di te.

- Sento un grande potere in te, egizio…un potere che, non ne dubito, non ti appartiene di diritto. Così come questo regno non appartiene. Desisti dalla battaglia.

- Battaglia ? Temo tu mi abbia frainteso, Dagda Mor. Ho assorbito i poteri delle maggiori divinità del mio pantheon, oltre al segreto dell’immortalità di Asgard e dell’Olimpo, ossia le Mele d’Oro di Idunn, il nettare e l’ambrosia. Non ci sarà nessuna battaglia.

Seth scatenò tutto il suo potere. Il suolo della sacra Tir-Na-Nòg tremò così forte da far crollare tutte le costruzioni edificate dagli dei. I cieli divennero neri e le acque bollirono. Dagda Mor cercò di rivoltare contro Seth il suo stesso potere, ma il Dio Serpente della Morte riuscì a trovare il giusto contro-incantesimo. La battaglia durò per diverse ore, fino a quando tutta Tir-Na-Nòg fu rasa al suolo. Seth si alzò in piedi e constatò la sconfitta del suo nemico.

Poi si recò dal dio della morte Bile, per esigere il suo premio.

 

Nei pressi del golfo dello Yucatan

Grog, rinnovato nelle forze, doveva invece attaccare l’ultimo pantheon superstite (esclusi quelli greci e scandinavi, ovviamente)… il pantheon Maya, debole per l’estinzione del popolo che lo adorava. Vantava addirittura tre dei della morte, e l’Ammazzadei aveva il compito di riportarli da Seth sani.
Chac, dio della pioggia, cercò di fermare il dio egizio con una furiosa tempesta, ma invano. Una vecchia invasata (la dea della Luna Ixchel) farfugliò qualcosa sul pericolo di Grog, ma nessuno la ascoltava. Anche il dio Sole era impotente.
Grog si diresse verso i tre regni dell’oltretomba, su cui incombeva la presenza del dio Giaguaro, che li proteggeva. Lo sconfisse facilmente, e con altrettanta velocità fece suoi Ah Puch, signore dell'oltretomba, Cizín, dio dei regni infernali e Ixtab, dea dei suicidi. Il resto… era pura desolazione.

Hel.
Volla, la sua personale profetessa, aveva visto giusto. Seth stava mettendo in serio pericolo Asgard. Ma lei era al sicuro. In poche ore, migliaia di fresche anime erano diventate sue sudditi…. Elfi, troll, nani, uomini-lupo… una vera carneficina che non faceva altro che corroborarla. Si sentiva al sicuro, lì, mentre assisteva al crepuscolo dei suoi simili. Non bisognerebbe mai abbassare la guardia.
- Seth! Come… sei arrivato qui? - chiese ad alta voce, non appena vide il dio comparirle davanti agli occhi.
- Mia cara collega, tu mi sottovaluti…credevi veramente di poter sopravvivere, quando l’universo sta per morire? Tutti noi dei della morte non possiamo morire…ma come possiamo sopravvivere quando non esisterà più un luogo dove vivere?
Dicendo questo, le afferrò la sua cappa, fulcro della sua stessa essenza vitale, e la indossò. Privata delle forze, la dea crollò per terra, inerme.
- Infimo serpente, attaccarmi qui nel mio regno… cos’hai intenzione di fare?
- Vuoi conoscere il mio piano? Perché dovrei mai perdere tempo a spiegarlo quando sono sul punto di vincere? Ma del resto è un vecchio cliché…e noi dei non viviamo forse di questo? Non che sappia un granché di come si vive, essendo la morte.

-Tu deliri, Seth.

- Al contrario…sono rinsavito. Io sono il dio della morte…ma il dio della morte egizia. Non posso ottenere anime al di fuori della mia sfera d’influenza. Ma…perché? La morte è una sola…perché vari dei della morte ? Ed alla fine capii…capii che tutti noi dei della morte siamo l’espressione di un’unica forza. Tutti noi dei degli inferi esistiamo per rubare qualcosa alla vita. D’altronde gli esseri viventi non cercano di rubare sempre qualche prezioso secondo alla morte? Per misteriosi motivi, ognuno di noi può accampare diritti su un certo tipo di anime…e io sto eliminando la concorrenza. Il culto di Ra è estinto da secoli e Eliopoli non vanta una popolazione così folta come quella di Asgard… non ho ricevuto molte anime negli ultimi due millenni… ma quando avrò riunito tutto il vostro potere e sterminato tutti i pantheon presenti su questo pianeta, avrò un esercito di sudditi…ed anche loro moriranno, dandomi ancora più potere. Accumulerò sempre più morte, distruggerò porzioni sempre più ampie dell’universo…ed alla fine potrò competere con i maggiori dei degli inferi. Mefisto, Satannish, Clooth…nessuno sopravvivrà. Sarò alla pari della Signora della Morte e di Oblio…diventerò io stesso la Morte! Avrò la totale egemonia su tutte le anime del creato, diventando potentissimo…sarà la fine del concetto stesso di vita.
- Non credi sia un po’ troppo ambizioso? Sei destinato al fallimento, Seth…
- Non abbiamo forse già sottratto alla Morte fette del suo dominio ? Non si lascerà sottomettere facilmente… ma ormai la mia conoscenza delle arti mistiche supera di gran lunga quella di qualsiasi dio o mortale, Odino compreso… è improbabile che io venga fermato. D’altronde niente è eterno…tutto un giorno soccomberà alla morte…tutto soccomberà a me. Questo soddisfa la tua curiosità, Hela ?
- Anche tu soccomberai, Seth. Su di te io impongo questa maledizione.

- Molto bene, Hela. Perdere la tua essenza di morte sarà doloroso…ma io farò in modo che lo sia molto di più di quanto lo sarà per gli altri.

 

Tutti gli dei della morte in sua balia erano disposti in cerchio, attorno a lui, appesi a delle enormi croci di pietra. Seth li fissava compiaciuti, mentre non riuscivano nemmeno a parlare.
Gli sovveniva quando secoli prima aveva operato un rito simile contro Anubi ed Osiride, che nell’antichità erano considerati gli dei dell’oltretomba e della morte: egli era riuscito a sottrarre loro quei titoli.

Avrebbe fatto lo stesso con le sue attuali vittime… Plutone, Hela, Shiva, e gli altri.

Nel mentre pronunciava il rituale mistico, Seth poteva ammirare le essenze dei suoi nemici che venivano rigettate dai loro stessi corpi e che come guizzanti serpenti di energia, sfociavano in lui, dandogli un potere che fino a poco prima aveva solo osato sognare. Sentiva i regni dell’oltretomba dei suoi avversari annettersi al proprio, avvertiva la crescita esponenziale delle schiere di suoi sudditi… adesso era pronto a sferrare l’ultimo attacco agli dei superstiti, dopodiché non avrebbe più avuto senso parlare di pantheon mitologici.

Sul suo corpo si agitavano delle energie nere…il potere della morte…che si concentrarono su ciò che restava della sua mano destra, distrutta millenni prima. La mano ricrebbe…ma non era che uno scheletro, circondato dalle energie nere che danzavano tra le ossa, come serpenti che si contorcevano.

Seth non aveva mai visto niente di più bello.

 

Odino, Zeus e Loki si misero in cerchio attorno a Thor, infondendo in Mjolnir antichi sortilegi…mentre Thor roteava il martello sempre più velocemente. All’improvviso le barriere dimensionali si infransero e ciò che rimaneva di tre pantheon apparve nel regno di Seth.

- Il tempo stringe, o valorosi guerrieri! Dobbiamo…

- Aspetta, Odino! Sento uno dei miei figli qui vicino…

Da una delle grotte apparve infatti Ercole, che fu salutato calorosamente dal padre.

- Figlio mio! Come arrivasti qui ?

- Sono sceso nel mondo di tuo fratello Plutone, per trovare aiuto…padre, noi due siamo gli ultimi olimpici rimasti!

- Plutone?

- Il suo regno è deserto, persino le anime tormentate sono scomparse. Peregrinando nel suo regno sono arrivato qui.

- Credevo che gli altri dei fossero sopravvissuti…

- Lo erano…ma una qualche forza maligna ha assorbito le loro forze vitali.

- Seth ! Quell’infimo serpente…

- Odino, Thor, guerrieri di Asgard…mi unirò a voi nella battaglia.

- Sei sempre il benvenuto, Ercole…

 

L’esercito fece in tempo ad avanzare solo per pochi metri, prima che davanti a loro apparissero Gog e Mangog.

- Finalmente ! Dopo tutto questo tempo…potrò vendicarmi di Thor !

- Attacca pure, Mangog…questa battaglia distruggerà questo stesso inferno !
- Thor, non credo ce ne sia bisogno…il terreno sta tremando !

- Forse Seth ha percepito la nostra forza…ed ha paura !

Il terreno si spalancò e ne uscirono delle enormi fiammate, le caverne iniziarono a tremare facendo cadere enormi massi sull’esercito.

Dal terreno uscì Seth, ora enorme, che sovrastava l’esercito che in confronto a lui erano dei nani. Le energie della mano destra di Seth si facevano sempre più visibili, ed il Dio Serpente della Morte rideva.

- Paura? Paura dei profughi di un regno morto? Io sono la morte stessa, Thor…non ho paura di niente!
Mangog si rivolse al suo ex padrone con voce furiosa:

- Fermati, Seth! Thor è mio! Devo essere io ad ucciderlo!! Fermati, o sarai tu a perire!

- Davvero, Mangog? Sai, ora non mi servi più…al contrario delle anime da cui sei composto!

Mise la mano destra sopra di lui e dal corpo del mostro fuoriuscirono miliardi di anime, che girarono vorticosamente attorno al corpo di Seth prima di essere assorbite. Il processo durò qualche minuto, mentre i guerrieri di Asgard, Eliopoli e dell’Olimpo lo attaccavano furiosamente. Seth non li notò neppure.

Mangog cadde a terra. Thor e Zeus scatenarono una tempesta di proporzioni inimmaginabili addosso a Seth…il quale continuava a ridere.

- Stupidi guerrieri della vita! Credete davvero che la forza bruta possa sconfiggermi?

- Forse no -disse Loki - ma sono cascato anch’io in questo errore in passato, Odino. Seth si bea del suo potere, e non ci considera. Mentre gli altri dei lo tengono occupato possiamo cercare la fonte del suo potere, ossia gli altri dei della morte, e togliergli il potere.

- Lasceresti morire questi valorosi guerrieri?

- Come dicono su Midgard, non si può fare una frittata senza rompere delle uova.

- Non abbandonerò il campo…va se credi.

“Molto bene” pensò Loki mentre si teleportava “forse alla fine potrò assorbire parte dell’energia di Seth…”

 

- Cadi, vile serpente! - urlò Thor mentre scatenava la sua furia contro il volto di Seth.

Seth lo afferrò con la mano sinistra in una morsa inespugnabile.

- Sei fortunato che ti abbia preso con questa mano, Thor, o saresti morto. Ma non morirai ora…tu ed Odino sarete gli ultimi a morire…sarete gli ultimi a vedere la fine dell’universo!

Sollevò la mano destra che rilasciò le sue energie arcane, uccidendo tutti gli dei che lo stavano attaccando e procedendo oltre. L’onda di morte raggiunse il limiti del suo regno, per poi risuonare in altre dimensioni, uccidendo i superstiti degli ultimi pantheon. Ad Asgard, già decimata, l’onda non ebbe effetto, ma quando essa passò, il Distruttore rilasciò l'anima di Jake Olson, concedendole quell'oblio tanto desiderato, per il quale era arrivato ad allearsi con Seth.

Thor lottò con tutte le sue forze per liberarsi, ma non ci riuscì. Vide i suoi amici…i Tre Guerrieri, Balder, l’amata Lady Sif ed altri vecchi compagni esalare l’ultimo respiro. E non sarebbero andati nel Valhalla, sarebbero stati assorbiti da Seth. Quella vista gli diede abbastanza forza da liberarsi, facendolo cadere a terra.

Si guardò intorno: solo lui, Odino, Zeus ed Ercole erano ancora vivi.

- Hai osato troppo, Seth! Giuro sulla mia stessa vita che patirai le pene dei miei compagni uccisi… infinitamente amplificate!

- La vita, Thor, è un concetto superato ormai.

Mentre gli dei attaccarono di nuovo, nessuno si accorse della mancanza di Loki.

 

Il Dio dell’Inganno era infatti arrivato agli dei della morte, che erano tutti svenuti. O erano forse morti ? Difficile a dirsi, non essendo mai stati veramente vivi.

Raccolse le energie arcane che ancora permeavano quel luogo e pronunciò un antico incantesimo.

Dal centro della caverna si sollevarono delle fiamme da cui uscì Mefisto, forse il maggiore dei demoni infernali.

- Sono stato evocato molte volte nel corso dei millenni…ma mai avrei immaginato di esserlo nel regno di Seth.

- Mefisto, noi due abbiamo già collaborato in passato. E’ ovvio che non ci possiamo fidare l’uno dell’altro, tuttavia…avrei un accordo da proporti…


Thor#5
Quinta parte - Il patto del diavolo e della serpe

Il piano di Seth si era svolto alla perfezione. Era diventato virtualmente invincibile, grazie al potere degli dei della morte dei pantheon mitologici. Thor, Odino e Zeus erano attualmente gli unici tre dei sopravvissuti, oltre al semidio Ercole. Questi quattro eroi stavano per attaccare il dio egizio e tentare di ribaltare le sorti della guerra, che aveva sterminato tutti i loro compagni. Ma Seth non era dello stesso avviso.
- Placate il vostro ardore, eroi - li frenò l’imponente divinità - non è ancora venuto il momento in cui dovrò reclamare le vostre vite.
- Vile codardo! Cadrai sotto la furia del Dio del Tuono!!- gridava Thor, scagliando Mjolnir sulla sua faccia, carico di energia cosmica. Seth lo scacciò come una mosca.

- Dio del Tuono, Thor? Nell’Antico Egitto anche io avevo questa nomea. Ma ora sono molto, molto di più…

Dalla sua mano destra, in cui custodiva tutto il potere della morte, fuoriuscì una scarica di potere nero che fu deviata solo da Mjolnir, dalle saette di Zeus e da Gungnir, la potente arma di Odino.

- Patetiche divinità antropomorfe!! Non capite cosa sono!? Prima ancora di assorbire il potere della morte, feci mio il potere di Sekhmet, la dea incarnazione della furia distruttrice del Sole, temuta persino da Ra!! E presi anche il potere di Atum, l’artefice dell’universo! Come pensate voi…voi!! Patetici esseri viventi… come potete anche solo pensare di…di…

- Padre Di Tutti, il nostro nemico vacilla, come se la sua mente fosse in lotta con altri dei invisibili!
- Dobbiamo colpire ora, figlio mio! Per la gloria di Asgard!!!

I tre dei concentrarono tutta la loro potenza in un unico colpo, di potenza tale da far tremare non solo la dimensione di Seth, ma anche tutte le dimensioni vicine. Un rombo di tuono che fu sentito in tutto l’universo.

Con un semplice gesto Seth emise un’onda di carica opposta, ma molto più potente. Sfiniti dal colpo, gli dei furono quasi ridotti al nulla, ma Ercole prontamente li spinse in una posizione più sicura.

- Che accade alla mia mente? La furia più cieca mi ottenebra!! Devo contenere il mio potere… o distruggerò solo una minima parte della realtà, invece dell’ecatombe che la morte mi richiede.

 

Mentre lo vedeva scomparire, Ercole si chiese dubbioso, cercando di vedere meglio che poteva attraverso il denso fumo che fuoriusciva dal terreno.
- È scappato?
- Ne dubito. Seth non ci teme affatto… è troppo potente, ora come ora, e non lo biasimo. Ma questo ci lascia una possibilità - rimuginava Odino.
- Ti riferisci a ciò di cui parlavamo prima? - si intromise Zeus.
- Sì, mio carissimo alleato… anche se questo prosciugherà le nostre forze. Figliolo - disse, rivolgendosi al dio del tuono - porgimi Mjolnir.
- Ecco, padre - rispose obbedendo - ma posso sapere a cosa ti servirà?
- Fungerà da… ripetitore, o antenna, per usare il linguaggio di Midgard… per la richiesta di aiuto che invieremo ai Celestiali.
- Padre, cosa ti fa credere che gli dei spaziali accorreranno in nostro aiuto?
- Per quanto mi sia oscura la maggior parte dei loro scopi, non lasceranno che Seth minacci impunemente la vita che essi stessi, sapientemente, hanno contribuito a crescere e manipolare… solo loro hanno il potere per fermarlo.
- Come sempre, padre, la fama della tua saggezza viene confermata.
Odino sollevò oltre il suo capo il martello e fece cenno a Zeus di avvicinarsi. Il dio greco mise le proprie mani su quelle del Padre di Tutti. Entrambi chiusero gli occhi e chinarono il capo. Mjolnir iniziò a vibrare e a illuminarsi, mentre i due padri divini pronunciavano antiche formule magiche, facendo comparire su Mjolnir delle rune marchiate a fuoco. E quando tutto finì, Odino e Zeus caddero, esausti.
- Padre! - gridarono all’unisono Thor ed Ercole, accorrendo verso i propri genitori.
- Figlio mio…Ercole…ora sta tutto nelle vostre mani - disse Odino con le sue ultime forze, chiudendo gli occhi, forse per sempre.
- Padre, giuro che il tuo sacrificio non sarà vano!!

Altrove, Seth stava contemplando il suo regno. Non riusciva a vederne i confini. E contarne gli abitanti era impresa impossibile anche per un dio. Un mondo sconfinato, innumerevoli sudditi… era tutto in mano sua. Osservava con curiosità le diatribe tra le ombre di mortali e immortali, tra civiltà e culture diverse. Gustava l’energia e il potere che derivava da ognuno di loro. Aveva fatto così tanto…era andato talmente oltre da non potersi fermare proprio adesso. Arrivò nella caverna che aveva ospitato la sua rinascita come dio assoluto della morte. I precedenti signori della morte giacevano ancora crocefissi attorno al fuoco. Seth percepiva la recente presenza di un grande potere maligno…ma sapeva che non era questo la causa della sua instabilità.

- Sei stata tu, Hela? E’ stata la tua maledizione ?
La dea della morte rispose con uno sdegnoso sputo.

- Lo immaginavo. Capisco quello che hai fatto…le vostre energie di morte non sono del tutto uguali, perché le usavate tutti in modo diverso. Tu hai alimentato il conflitto tra tutte queste interpretazioni della morte. E ti ringrazio per questo, Hela, perché mi hai fatto comprendere il mio solo errore. Vi ho privato dei vostri poteri sulla morte…ma non vi ho privato della vita. Ora che non siete più la morte, potete morire.

- Seth, aspetta!

- Cosa vuoi, Plutone ?

- Non puoi ucciderci! Noi siamo la fonte del tuo potere! Devi risparmiarci!

- Ma io sono la morte, Plutone. Quando sarete morti, voi sarete me !

Toccò tutti gli dei, uno ad uno, con la sua mano destra da poco ricresciuta.

- Lo sento…lo sento!! Il vostro odio per me, per quello che ho fatto…è delizioso!!

- Padrone !!

Era Grog, che accorreva verso di lui guardandosi costantemente alle spalle.

- Mio signore, i suoi nemici praticano uno strano incantesimo!!

- Grog…tu eri il comandante delle mie truppe.

- Prima che le…uccidesse, signore.

- Esatto.

Seth, di nuovo ad altezza normale, conficcò la mano destra nel petto di Grog, estraendone il cuore. Per poter andare nell’aldilà, il cuore di un egizio doveva essere più leggero di una piuma.

- Lo immaginavo…troppo pesante - disse, gettandolo a terra.

I suoi nemici erano morti o lo sarebbero stati presto. Il suo piano poteva andare avanti.

Mentre Thor ed Ercole aspettavano impotenti l’arrivo dei Celestiali, dinanzi ai loro occhi comparvero Loki e Mefisto… due incarnazioni del male, secondo molti.
- Loki! Che fai in compagnia di quel demone?
- Caro fratellastro, lasciami spiegare, e mi ringrazierai.
- Salve, dio del tuono - risuonò la voce di Mefisto, mentre l’aria iniziava a puzzare di zolfo.
- Thor, sei sicuro che tuo fratello non stia tramando qualcosa ai nostri danni?
- Non mi stupirebbe, Ercole, ma gli concederò il beneficio del dubbio.
- Grazie, biondo. Vedo che nostro padre ha perso i sensi… tanto per cambiare. Vorrà dire che sarai tu ad acconsentire al patto con Mefisto.
- Patto? Quale patto?
- Thor - intervenne il diavolo - la crociata personale di Seth sta diventando pericolosa anche per me. Prima che diventi troppo potente, abbastanza da sopraffarmi, è nel mio interesse intervenire e sedare le sue vanagloriose ambizioni. Questo può andare a vantaggio di entrambi. Io combatterò Seth… e in caso di mia vittoria, eventualità molto probabile, io riporterò in vita i tuoi compagni di Asgard, Thor… ma naturalmente voglio qualcosa in cambio.
- Non ne dubitavamo.
- Tu e i tuoi amici non dovrete mai più interferire nelle mie questioni, non importa in quale circostanza o evenienza. Inoltre, dovrete concedermi di disporre di tutte le anime che sottrarrò al giogo di Seth… escluse quelle che resusciterò onorando il patto, ovviamente.
- Cosa? Permetterti di torturare milioni di anime inermi? Giammai!!
- Nemmeno in cambio della tua famiglia e dei tuoi amici?
A quelle parole, Thor cominciò a riflettere. Anche se andava contro la sua etica e contro il suo onore accettare una proposta del genere, in quel modo avrebbe sia scongiurato la minaccia di Seth sia salvato il popolo del Regno Dorato.
- Io ti consiglio di accettare, Thor - gli sussurrò Ercole - e… Mefisto - continuò, alzando il tono di voce - ti propongo di contemplarmi nel tuo patto. Resuscita il mio pantheon, e ti do la mia parola che non sentirai mai più parlare degli Olimpici.
- Se anche Thor accetterà, includeremo questa clausola, principe della forza. Dopotutto, in futuro mi sarà utile non poter essere fermato da due dei maledetti Vendicatori.
- Accetto, Mefisto. Anche se sei il re degli inganni, forse più di mio fratello, per quanto inusitato possa apparire tu parli sinceramente.
- Mi congratulo con te, Thor… ora scusate, ma ho una battaglia da combattere.
- Conoscendoti, Loki, giurerei di aver fatto un errore più vasto dei mari di Frensalir.
- Non parlavamo giusto di ruoli in cui siamo incastonati, fratello? Le situazioni critiche cambiano gli individui… ho solo fatto quello che potevo per salvare il salvabile.
”E per avere il vantaggio maggiore” pensò il Dio dell’Inganno.


Nel frattempo, i Celestiali si stavano riunendo nell’orbita della Terra per assistere allo scontro e decidere in merito, evitando di essere rintracciabili dagli strumenti terrestri.

Ashema osò parlare. Propose di delegare a lei la sorveglianza e la gestione del pianeta Terra. Gli dei spaziali non vedevano di buon occhio Colei che Ode, uno dei loro membri più giovani, soprattutto dopo le sue incarnazioni mortali. Ma capivano che Ashema, più di chiunque altro, poteva capire gli abitanti di quel pianeta. Non era dopotutto Colei che Ode?
I Celestiali non diedero risposta alla sua richiesta. Aspettarono di vedere i risvolti della lotta tra Mefisto e Seth.

Mefisto ingigantì la sua forma ed infiammò il regno di Seth con fiamme che arrivavano fino a dove l’occhio poteva arrivare. Seth riapparve ben presto, di nuovo enorme.

- Mefisto…Ero sicuro di doverti stanare nella tua dimora.

- Normalmente ne saresti stato obbligato, Seth. Ma i miei piani sono cambiati.

- Non ha importanza. Niente ha più importanza, ormai. Non puoi vincere.

- Ho sentito pronunciare queste parole migliaia di volte, su migliaia di mondi. Ora le persone che mi sfidavano bruciano nelle fiamme del mio inferno, e lo faranno per l’eternità. Credi di essere temibile, Seth? Tu non sei altro che un dio. Io sono il male.

- Anche il male può soccombere alla morte.

- Non è forse la morte il male più grande?

- No, la morte è eterna, la morte è liberazione. Piantiamola con la filosofia!

Seth attaccò Mefisto con una scarica di potere nero, ma il demone non si mosse nemmeno.

- Non puoi uccidermi, Seth, come te sono destinato a tornare sempre.

- Allora ti ucciderò di continuo, fino a quando avrò distrutto l’universo e non potrai più nutrirti di anime vive.

Sulla sua fronte apparve un disco solare, che emise un potente raggio che mise in ginocchio Mefisto.

- Osserva il potere di Sekhmet, la furia distruttrice del sole! Una luce da cui nessuna tenebra può scappare!

 

- Thor, avremo agito bene, coinvolgendo questo demonio ?

- Invero non lo so, Ercole.

- Perire in siffatta maniera sarebbe un grave disonore, compagno d’arme.

- Un tempo avrei ritenuto giuste le tue parole…ma cosa potremmo mai fare contro tali giganti? Io sono nato per combattere, Ercole, ma esistono battaglie che si portano a termine con la morte e battaglie che si iniziano con la morte. Ben comprendo la tua ansia di combattere, ma sarebbe inutile.

- Non è così che degli dei dovrebbero perire. Dovremmo guardare la morte in faccia!

- Se morissimo inutilmente, quale giovamento ne trarrebbe l’universo?

- Devo dire che mi sorprendi, Thor…sembra che tu abbia un cervello, dopotutto - intervenne Loki.

- E sembra che tu abbia onore, dopotutto, fratellastro.

- Sono un dio pieno di sorprese. Ed ora basta parlare. L’universo sta per finire, e sarà un grande spettacolo.

 

Mefisto si alzò in piedi ed assunse un aspetto meno umano, un’altra rappresentazione del demonio.

- Perché tutto questo, Seth? Tu non sei nato dio della morte.

- No…io nacqui dio della sterilità e del deserto. Ciò che desidero è rendere l’universo un deserto sconfinato, e quale modo migliore di farlo che uccidere tutto ciò che vive ?

- Ascoltami, Seth…potremmo unire le forze. Potremmo allearci per rendere il mondo un unico inferno!

- Un inferno su cui tu governeresti, immagino…

- Perché no? Io sono nato per essere il male, dopotutto. Io sono il Grande Corruttore, eppure l’universo è corrotto anche dove io non intervengo. L’universo si sta consegnando a me naturalmente!!

- Parliamo chiaramente, Mefisto…tu non sei altro che un demone pandimensionale, che comanda un regno pandimensionale, un’anomalia cosmica che vive del dolore altrui. Tu non sei il male, tu non sei altro che ciò che l’universo rifiuta!

Mefisto cambiò forma di nuovo, divenendo un grande serpente che avvolse Seth nelle sue spire.

- Non capisci, Seth? Noi due siamo la stessa persona! Tu sei ciò che è rifiutato dagli dei, io sono ciò che è rifiutato dall’universo. Tu sei il dio del male, ed io sono il male!

- No, noi non siamo la stessa persona. Noi non siamo nemmeno persone! Siamo dei!

- Mi deridi dicendomi che non sono un demonio, ma credi di essere un dio?

- Cosa?

- Cosa sai della tua creazione, Seth? Cosa sai della vera origine degli dei?  Lascia che te lo mostri…

- No…no! Ferma queste immagini sacrileghe! Esci dalla mia mente!!

Seth si ritrasformò in serpente e si liberò di Mefisto, mentre Mefisto divenne un grande drago.

- Che c’è, Seth? Non sopporti di sapere la verità? Non sopporti di sapere che non sarai un vero dio nemmeno sei i tuoi fratelli non ti scacciano più?

- No! No! Io sono un dio! Io sono il dio della morte! Io sono la morte!

La sua mano destra adesso impugnava una spada più nera della notte, e con essa trafisse Mefisto.

- Non mi inganni, Mefisto! Le tue sono tutte menzogne! Perché mai dovrei crederti?

Mefisto urlò dal dolore, e Thor iniziò a temere che non potesse vincere. Seth era pronto a conficcare la spada nel suo cuore, ma fu fermato da una scarica proveniente da Mjolnir.

 

- Dicoti no, Seth! Indugiai anche troppo…timoroso che questo fosse il Ragnarok! Ma se lo è, morirò con onore!

- Sì.

Seth si spostò per poter prendere Thor nella sua scheletrica mano destra, per poterlo assalire con tutto il suo potere di morte, facendolo morire con più dolore di qualsiasi altro dio.

Ma la spada fu afferrata da Ercole, che allo stremo delle forze riuscì a spostarla per fermare la mano di Seth.

- Patetico semidio! Io sono Seth, lo capisci!? Seth, l’uccisore di dei!

- Temo che qualcun altro abbia già questo nome…

Da un muro di fiamme infernali uscì il Distruttore, circondato dalle energie nere della morte.

- Non è possibile! Il Distruttore aveva esaurito la sua potenza distruggendo Asgard!

- Ironicamente, le tue energie di morte l’hanno riportato alla vita…

- Non importa! Lo distruggerò lo stesso!
Proiettò contro di lui i poteri di Sekhmet, ma il Distruttore continuava ad avanzare inesorabile. Usò anche i poteri di morte, ma non ebbero effetto.

- Per Odino! La morte non può colpire il Distruttore giacché chi lo anima è già morto!

- Non è esatto, Thor.

- Mefisto!? Perché tornasti alla tua guisa umana? Il Distruttore distrae Seth, il momento è propizio per abbatterlo!

- Non servirà. Il Distruttore, o meglio chi lo anima, fermerà Seth da solo.

- Jake Olson ha tale potere !?

- Non è più Olson ad animarlo, la sua anima è fuggita quando il Distruttore è stato colpito dalle energie della morte.

- Ma allora chi…!?

 

- Cadi, dannata armatura, cadi!

- Hai esagerato, Seth…Saresti dovuto rimanere al tuo posto, sotto la custodia di Atum…

- Questa voce…questa voce ! Ma non è possibile…ti uccisi all’alba dei tempi!
- Ma è scritto che dovrai uccidermi per l’eternità…e così sarà.

Il visore dell’armatura del Distruttore si aprì, lasciando uscire un gigantesco serpente.

- Apofis! Il serpente distruttore di Ra, colui che uccisi sulla barca del regno dei morti!!

- Sì, colui al quale rubasti la divinità, colui che era il dio del male prima di te, il vero Dio Serpente !!!!!

- Vattene, Apofis! Ora io sono molto di più! Io sono la morte!

- I tuoi poteri non funzionano su di me! Hai acquistato tutto il tuo potere usurpando il mio ruolo…ed ora me lo riprenderò!!

- Ma come hai potuto tornare ?

- È stato Mefisto, naturalmente… il Distruttore aveva assorbito gran parte delle energie di morte che scatenasti su Asgard, divenendo un ricettacolo di morte! Ed è stato lì che Mefisto mi ha ricreato…poiché come lui, io sono destinato a tornare!

- No…no! Io sono la morte! Non posso morire!!

Apofis strinse Seth nelle sue spire, e poi entrò nella sua bocca. Mefisto si ingigantì di nuovo e lo attaccò alle spalle con la spada che lui stesso aveva creato.

I sopravvissuti e i Celestiali osservarono attoniti il rovesciarsi della situazione.
- Addio, Seth!
La mano scarlatta di Mefisto trapassò il petto del dio, prosciugandolo delle energie e del potere, riducendo il suo corpo immortale in cenere.

Un baratro di fuoco si aprì nel suolo e vi vennero risucchiate innumerevoli anime, accompagnate da urla di dolore. Thor era agghiacciato per lo spettacolo. Mefisto si stava impadronendo di tutto il patrimonio di Seth… poche centinaia di anime erano sopravvissute alla sua fame… gli Asgardiani e gli Olimpici. I miliardi di anime che Seth aveva assorbito da Mangog impiegarono molto tempo per poter essere trafugate.

Le anime degli dei egizi furono assorbite nello squarcio che Apofis aveva creato per ottenere il potere di Seth.

Il varco si richiuse da solo, confinando gli dei egizi in una dimensione sconosciuta, una dimensione da cui, forse, Seth non sarebbe riuscito a tornare. Sarebbe stato condannato ad un’eterna prigionia, con gli dei da lui torturati in passato come compagnia. Dei che avrebbero preteso da lui molto più dolore di quanto non avesse inferto.


Da semplici ombre, le anime degli asgardiani e degli olimpici assunsero concretezza.
- Loki, sono restio ad ammetterlo, ma sono in debito con te. Un’occasione così non mi capitava da millenni. Così tante anime, così tanto potere…
- Spero rispetterai i termini dell’accordo- disse Loki
- Ne ho solo da guadagnarci… finalmente Odino e la sua genia non mi disturberanno più. Addio.

E sparì in una zaffata di zolfo, mentre la sua risata aleggiò nell’aria per qualche secondo. Solo Loki riuscì a sentire le parole che seguirono:

“Io ho onorato la mia parte dell’accordo, Loki. Mi aspetto che tu faccia altrettanto”.

I Celestiali, soddisfatti dell’esito della questione, lasciarono il sistema solare e affidarono ad Ashema il compito di osservare il pianeta e comunicare eventuali sviluppi della vicenda. Ma il Celestiale teneva troppo a cuore gli abitanti della Terra… e non si sarebbe limitata a quello.

Thor sollevò il martello per aria, evocando un potente tuono.
- Giuro sulla mia discendenza che troverò un modo per sottrarre al demoniaco Mefisto le anime che non gli appartengono, senza infrangere il patto e senza intaccare il mio onore!!!
Tutti i redivivi si voltarono verso di lui e lo guardarono stupiti, ancora confusi per il loro nuovo stato.
Improvvisamente, il mondo intorno a loro cambiò. Erano tutti ad Asgard.
- Quale miracolo è mai questo? Asgard è tornata al suo antico splendore!
- Qualche forza misteriosa ha ricostruito il Regno Dorato!
In un luogo nascosto, Ashema sorrideva.

 

Odino si avvicinò a suo figlio, abbracciandolo.
- Sono fiero di te… hai combattuto fino all’ultimo. Non preoccuparti, salveremo le anime dei nostri fratelli divini… è un pegno momentaneo per la rinascita di Asgard.
- Padre, illuminami… ci sono volti a me ignoti, tra i redivivi… eppure sento che sono persone a me vicine.
- Hai diritto ad una spiegazione, figliolo. Ricordi il mio racconto sulla prima guerra tra noi Asgardiani e gli Dei Oscuri? Ebbene, non fu una lotta priva di vittime. Molti nostri parenti e compagni d’arme perirono… e cancellai il ricordo di loro, insieme a quello di quella funesta guerra. Molti dei di cui persino la gente di Midgard cantava nelle sue leggende… non c’erano più, persi nella notte del ricordo. Certo, la cosiddetta mitologia terrestre è estremamente inaffidabile, ma non troppo.
- Lo capisco… ma molte leggende terrestri non hanno alcun fondamento.
- Saggia considerazione... questo perché sono passati secoli da quando furono narrate per la prima volta e, sebbene la divinità sia sinonimo di immutabilità, anche noi siamo cambiati, e con noi, questo mondo. Ad ogni modo,ora, grazie a questo patto col diavolo, l’originario pantheon di Asgard è ripristinato.
- Purtroppo lo stesso non vale per l’equilibrio dell’universo! - gridava Hela, visibilmente infuriata ma di nuovo viva, per quanto potesse esserlo - i miei regni sono desolati!!!!
- Figlia di Loki… l’importante è che i Nove Mondi siano integri… anche se alcuni sono attualmente deserti.

-Nella sua pazzia- disse la dea con odio infinito nelle sue parole- Seth aveva compreso che la morte non può essere evitata nemmeno dagli dei. Giuro sul mio regno che non solo riavrò presto le anime che mi appartengono, ma che soffrirete infinitamente più di Seth per aver osato usurpare il mio ruolo !

La dea della morte fu inghiottita da un insieme di fiamme ardenti e di fumo gelido, guardando Loki negli occhi. Abituato alle minacce dei suoi nemici, e fiero della vittoria, Odino diede poco peso alle sue parole e continuò il suo discorso.

- Per garantire la sicurezza di ognuno dei Nove Mondi, romperò i ponti che legano ogni mondo all’altro… ad eccezione del Ponte dell’Arcobaleno. Ogni popolazione vivrà isolata. Elfi Neri, Elfi Chiari, Giganti, Nani, i figli di Surtur… ognuno rimarrà al suo posto, a meno che io non decida altrimenti.
- E gli dei, Padre? Aesir e Vanir potranno incontrarsi? Nel corso dei secoli ciò è accaduto raramente.
- Molti dei Vanir perirono nella guerra di cui ti ho parlato… Freyr e Freya su tutti. Dalle loro ceneri sono nati i nuovi dei… come l’ora assente Amora e Lorelei. E i Tre Guerrieri. che riempirono il vuoto lasciato dai tuoi valorosi

figli.

- Cosa? Figli…?
- Figliolo, non è il momento. Accantona questi pensieri… a tempo debito, solleverò il velo dell’oblio dalle menti degli Asgardiani e tutto sarà chiaro… anche se sconvolgerà molte cose.
- Seguirò il tuo consiglio, ignorerò le parole da te proferite. Ora c’è una questione che devo assolutamente chiudere. La vita e la reputazione di Olson sono state rovinate per causa mia, e dobbiamo risolvere la situazione.

- Forse Olson non era responsabile di tutti gli atti di cui è stato accusato, ma ricorda che Jake Olson si è schierato dalla parte di Seth!
- Cosa più che perdonabile, padre, considerando le attenuanti.
- Parli proprio come un mortale, figliolo.
- L'anima di Jake è stata barattata come un giocattolo. senza considerare l'influenza negativa che l'involucro del Distruttore esercita sulle vite chelo animano. E sono ancora responsabile della sua morte.
- Cosa hai intenzione di fare?
- Scoprire il fato di Jake Olson, e se possibile redimere il suo nome.
Pochi secondi dopo, padre e figlio erano al cospetto della Fiamma della Verità.
-Mefisto mentì, figlio mio.l'anima di Jake Olson non è fuggita, è ancora qui.l'essenza di Apofis aveva assunto il controllo del Distruttore, ma Olson vi era ancora all'interno.
Dopo aver detto questo, Odino si avvicinò al corpo del Distruttore, che egli stesso aveva forgiato, e pronunciò una formula talmente antica da essere stata quasi dimenticata da Odino stesso.
Vi fu una gran luce proveniente dal Distruttore e l'anima di Jake Olson ne uscì, rimanendo a mezz'aria come se non sapesse dove andare.
-Olrun, mia valchiria ! Raccogli l'anima di questo mortale ed attendi il mio ordine. Devo sapere se egli appartiene al reame di Mefisto o se debba esser pertato verso più alti lidi. Fiamma della Verità, svelami la verità su Jake Olson. È colpevole dei crimini di cui era accusato su Midgard?
E la verità lo colpì alla sprovvista. Aveva sempre dubitato di quel mortale. E, invece, era innocente. Era Demitrius, la serpe.
-Ti chiedo perdono, Olson. Anche un dio può essere cieco dinnanzi a alla verità. Olrun, compi il tuo giusto dovere il mortale è degno di avere la sua pace.
- Ma adesso...padre? Se io non torno  sulla Terra, egli  verrà dato per disperso e l'ombra del crimine di cui è accusato sarà perpetuata. Ciò recherà dolore ai suoi cari e questo non può essere giusto.

- Sebbene sia restio a immischiarmi nelle questioni del Mondo di Mezzo, devo riconoscere la mia responsabilità in questo increscioso episodio: fui io a creare Marnot, fu Marnot a perpetuare la menzogna che Jake Olson fosse ancora vivo, agli occhi dei mortali. Placa i tuoi rimorsi, figliolo: me ne occuperò personalmente.

- No, padre, sono molto più responsabile di te per la morte di Olson. Io devo comunque tornare su Midgard... manco da troppo tempo. Devo chiudere tutte le questioni in sospeso che ho, e la questione Olson è solo una di esse, anche se decisamente la più impellente. Cosicché potrò dedicarmi a tempo pieno al nostro regno.
-Allora torna su midgard ; là assumerai un'ultima volta la guisa di Jake Olson, mentre io cercherò di riportare l’ordine su Asgard, ora che la pace è di nuovo nostra. Ordunque, figlio mio,  sii veloce come i fulmini che evochi: ti attenderanno nuovi compiti al ritorno su Asgard.
- Sarà fatto - sentenziò il dio del tuono, roteando il martello per raggiungere la Terra.

FINE ?